
In occasione dell’apertura della nuova galleria SIRAMUSE, gli studenti e le studentesse del terzo anno di Arti Visive del MADE Program hanno collaborato alla progettazione e allo sviluppo dell’identità visiva del museo, trasformando un incarico concreto in un progetto collettivo di comunicazione culturale.
Il nome SIRAMUSE nasce dalla fusione di Siracusa e Museo (dal greco Μουσεῖον, “il luogo sacro delle Muse”), definendo un’identità concettualmente solida e profondamente radicata nel patrimonio culturale della città. Simbolo e logotipo sono stati progettati su una griglia modulare che richiama l’iniziale del museo e suggerisce la linearità delle proiezioni e il movimento del mare — elementi visivi che rimandano al paesaggio e all’immaginario siracusano.
Il percorso, guidato dalla docente Francesca Pavese in collaborazione con Civita, ha permesso agli studenti di attraversare tutte le fasi del processo creativo: dalla ricerca storica e iconografica alla sintesi visiva, fino alla declinazione pratica degli strumenti di comunicazione.
Gli studenti hanno reinterpretato con illustrazioni originali alcuni personaggi chiave della storia e dell’immaginario locale, individuati come i veri e propri narratori del museo. A ciascun personaggio è stato associato un pattern caratteristico, capace di raccontarne la personalità e di trasformarsi in un segno grafico riconoscibile. Questi pattern, oltre a dare voce ai protagonisti scelti, sono diventati i simboli dell’identità di SIRAMUSE, applicati a gadget, materiali di comunicazione e segnaletica interna.
Il linguaggio visivo, costruito su colori a contrasto, illustrazioni originali e una struttura grafica modulare, si discosta dai codici tradizionali della comunicazione museale per proporre un approccio contemporaneo, accessibile e aperto a pubblici diversi — dalle famiglie ai visitatori più giovani. Il sistema visivo, declinato su banner urbani, materiali cartacei e merchandising, rafforza la presenza del museo nello spazio cittadino, rendendolo immediatamente riconoscibile.
Photo credits: Ekaterina Selezneva e Simona Di Giammarino























